«Niente insulina fuori dalla propria Regione, quando il sistema sanitario non aiuta i pazienti»
L’esperienza di una dottoressa, diabetica, fra Roma e Toscana: «Così tutto a discapito dei malati»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Cara Unione,
scrivo riferendomi alla lettera di paziente residente nel Lazio, di 75 anni, diabetico che in Sardegna a Bosa ed Oristano non è riuscito a trovare l'insulina.
Sono un medico, 71 anni, in pensione, diabetica. Faccio insulina e mi trovo in una situazione ancora più paradossale. Il piano terapeutico è fatto da un Centro Antidiabetico in Toscana per motivi legati alla mia presenza in Toscana per assistenza a mia madre prima ora a mia zia anziane e ammalate. Ho la residenza a Roma e quindi a me l'Insulina tocca pagarla sia in Toscana, perché non ho la residenza, che nel Lazio, perché il piano terapeutico è fatto da un Centro di una Regione diversa.
Quanto appare evidente è che ormai non si parla più di servizio sanitario nazionale ma regionale, dove in sostanza ogni regione fa come vuole, anche in caso di ricoveri non in regime di urgenza. Un servizio ospedaliero può infatti rifiutare un ricovero ad un paziente proveniente da un'altra regione, come ho avuto personale testimonianza.
Mi paiono meccanismi però eccessivamente complessi, e che finiscono per andare a discapito dei pazienti, soprattutto in caso di particolari e complesse patologie, come appunto per il diabete.
Forse una riflessione su questo tema andrebbe fatta.
Distinti saluti».
Letizia Civeli
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