“Cara Unione,

scrivo per segnalare un episodio accaduto a mio zio di 91 anni, affetto da Alzheimer, al pronto soccorso di Sassari

La figlia con la quale vive mio zio nella borgata di Bancali, e lo assiste con l'aiuto della sua famiglia e un oss, nella mattina del 30 aprile scorso è dovuta ricorrere al 118 in seguito a crisi epilettiche dovute alla febbre alta. 

Come oramai già sì sa non è consentito l'accesso né al pronto soccorso né nei vari reparti ospedalieri ai parenti per via dell’emergenza Covid.

Mio zio è arrivato alle 8:30 del mattino al PS in codice rosso. Alla figlia al telefono un’infermeria ha detto che avrebbero chiamato loro per dare notizie. Alle 15, visto che nessuno sì è fatto sentire, ha chiamato lei, perché molto preoccupata conoscendo suo padre molto aggressivo con chi non riconosce per via della sua patologia, e soprattutto per il suo diabete. Solo alle 18 di pomeriggio è stata informata che gli avevano fatto il tampone risultato negativo e prelievi, che stavano aspettando esito per poi portalo a fare una tac e in seguito in neurologia, che doveva stare tranquilla e serena. 

Alle 11 di sera e dopo l'ennesima chiamata e il terzo cambio del turno di medici e infermieri, le dicono che lo terranno in osservazione per tutta la notte, che stava dormendo ma aveva ancora la febbre. 

Nella mattina dell’1 maggio, arrivata alle 10:30 in pronto soccorso mia cugina ha trovato lo zio nudo, con il suo pigiama inzuppato di urine buttato in terra, sopra un lenzuolo che non sappiamo chi glielo abbia messo (un paziente con Alzheimer non lo ha certamente tenuto per coprirsi).

E poi grande fatica per ottenere la cartella clinica (la diagnosi poi è stata di bronchite).

La mia rabbia e quella della famiglia per lo stato in cui è stato lasciato un uomo, un essere umano cui già la sua malattia mentale ha tolto tutto, è tanta perché volevamo restare accanto a lui e non ci è stato consentito farlo, seppure provvisti di Green pass rafforzato e disponibili anche a fare un tampone. 

È inaccettabile un trattamento simile.

Capiamo che l'organico è ridotto, ma che allora si ritorni a lasciare assistere i propri cari soprattutto quando non sono autosufficienti. 

Grazie”.

Lettara firmata(*) – Sassari

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