Pubblichiamo la lettera inviataci da un lettore che ieri ha assistito alla tragedia del sub morto a Maracalagonis, un racconto toccante anche sullo straordinario impegno dei soccorritori sulle spiagge dell’Isola.

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“Un motoscafo che a forte velocità punta la spiaggia, la sirena di un’ambulanza che si sta avvicinando, le pale di un elicottero che volteggiano nel cielo. Al timone non c’è un marinaio spericolato, ma un uomo che sta tentando di salvare una vita che se ne sta andando.

Ai turisti occorre qualche minuto per capire cosa sta accadendo mentre sull’imbarcazione che si avvicina si scorge una sagoma che sta praticando il massaggio cardiaco. Altri soccorritori in tuta arancione accorrono con i loro zaini e le attrezzature. Li vedo ogni settimana alla Croce Verde, gli stessi sguardi che scattano in piedi quando suona la sirena e chiamano il loro equipaggio: 320, 321, 326. E poi via di corsa.

Non so che numero avessero questi, ma hanno dato il massimo. Come i loro colleghi con le tute gialle e i caschi  scesi dall’elicottero atterrato in una piazzola sugli scogli, tra gli occhi increduli dei bagnanti.

Su quel gommone è andato in onda un tentativo disperato di invertire la volontà di Dio, di riportare in vita un uomo morto. “Non c’è battito, non c’è battito” ma il massaggio non si ferma, la bombola di ossigeno continua a erogare il suo gas, riconosco la maschera con il pallone Ambu che ho usato al corso con il manichino. Accorre una dottoressa di passaggio, accorrono tutti i bagnini. Gli ombrelloni sono stati chiusi in fretta e furia durante l’atterraggio dell’eliambulanza. Ora sono immobili, come quel cuore sotto la tuta da sub, in segno di rispetto.

Nessuno fiata, ma il miracolo non arriva. Dalla riva scorgiamo il segnale della fine: un telo steso per coprire la scena.

I soccorritori sono sfiniti, scendono con le gambe tra le alghe, raccolgono i loro strumenti, si sfilano i guanti. È il tempo della burocrazia, dei moduli da compilare da parte di Carabinieri, Guardia costiera.

Prima di risalire sull’elicottero il personale del 118 saluta gli amici del sub. Il gommone ora è sfiorato dalle onde di un mare calmo. Oggi non spira il Maestrale e gli angeli sono già ripartiti per nuove missioni".

P.B.

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