“Cara Unione,

sono una studentessa lavoratrice iscritta alla facoltà di Filosofia a Cagliari. E scrivo perché spero che la mia situazione e quella di altri migliaia di studenti dell'ateneo di Cagliari venga posta sotto i riflettori, al fine di trovare un epilogo diverso alla triste storia che l'università sta scrivendo per noi.

Mi spiego meglio: a seguito della seduta del Senato accademico, tenutasi il 23 marzo, sarebbe emersa la volontà del Senato stesso e quindi del Rettore di riportare in presenza le attività didattiche dell'ateneo a partire dall’1 aprile 2022, eccezion fatta per alcune categorie, quali studenti positivi al Covid, fuori sede, persone con disabilità, caregiver, che potranno continuare ad usufruire della didattica a distanza. Tra queste categorie non appare quella degli studenti lavoratori, ai quali, di fatto, viene preclusa la possibilità di portare a termine il semestre accademico, e questo viene fatto con poco più di una settimana di preavviso.

Le condizioni di tutti coloro che usufruiranno della Dad saranno, fra l’altro, piuttosto particolari: si potranno seguire le lezioni esclusivamente in maniera ‘sincrona’ – dunque stop alle registrazioni – e non si potrà intervenire durante le stesse per poter chiedere chiarimenti ai docenti, si dovrà seguire in silenzio, senza la possibilità di partecipare attivamente, quasi come se essere uno studente fuori sede, o un disabile o un caregiver sia condizione da punire.

Tornando alla mia situazione, io non solo non sarò inclusa tra coloro che potranno continuare ad usufruire della Dad, ma non avrò dunque nemmeno più la possibilità di ascoltare le registrazioni delle lezioni, registrazioni che con fatica, ma con tanto impegno e amore, ascoltavo la notte dopo la fine del mio turno di lavoro, registrazioni che mi hanno permesso di portare avanti i miei studi, in quanto i miei orari di lavoro si sovrappongono agli orari delle lezioni.

In questi difficili anni di pandemia noi tutti abbiamo dovuto subire delle forti limitazioni, sotto molteplici punti di vista. Tuttavia alcuni strumenti emersi in questi anni, quali la didattica a distanza, si sono rivelati un fondamentale strumento di inclusività e tutela concreta del diritto allo studio.
La linea scelta dall'università è chiaramente lesiva sotto diversi punti di vista: spezza la continuità dell'insegnamento in corso d'opera e non permette la partecipazione attiva degli studenti, creando, di fatto, studenti di serie A, e studenti di serie B.
Quello che sarebbe ragionevole è che venisse esteso il regime di Dad anche agli studenti lavoratori, e a tutti coloro che, per i più diversi motivi, ne hanno necessità e non rientrano nelle categorie menzionate in alto.

Nessuno intende mettere in discussione la qualità dell'insegnamento in presenza, ma di ampliare la cerchia di coloro che posso godere di un diritto che dovrebbe spettare a tutti. Vorrei sottolineare anche il fatto che l'ateneo di Cagliari sarebbe uno dei pochissimi in Italia a portare avanti una linea così dura e, ripetiamolo, poco inclusiva.

L'università non può esser fatta solo da coloro che hanno la possibilità di partecipare in presenza alle lezioni, l'università deve essere fatta da tutti, e nessuno deve esser lasciato indietro. Il decreto rettorale non è ancora stato pubblicato, questo significa che possiamo ancora fare qualcosa.

Grazie”.

Una studentessa preoccupata per il suo futuro – Cagliari

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