«L’altoparlante non si sente, gli ascensori inesistenti... Che disastro la stazione di Decimomannu»
Una passeggera racconta la sua esperienza: «Immaginatemi con valigie pesanti al seguito. Ci trattano come cittadini di serie B»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Cara Unione,
scrivo per raccontare la mia personale esperienza alla stazione ferroviaria di Decimomannu. Questa stazione è un importante punto di snodo, a metà percorso tra la stazione del Medio Campidano di San Gavino Monreale, Elmas aeroporto, e a poca distanza dal capoluogo. Mette in collegamento il Sulcis, con i treni che vanno e arrivano da Iglesias e Carbonia con il territorio del Medio Campidano e l’Oristanese, perché a Decimomannu si può scendere dai treni provenienti da queste zone e prendere la coincidenza verso le altre rispettive aree.
Ecco la mia esperienza: arrivavo da Carbonia, con valigia e bagagli pesanti al seguito, e dovevo prendere la coincidenza per la stazione di San Gavino Monreale proprio a Decimomannu. Beh… ho trovato in questa stazione una brutta sorpresa.
Per prima cosa ho notato a mie spese la presenza di ripide scale, unica fonte di accesso ai binari. Non esistono scivoli né ascensori che agevolino i passeggeri muniti di bagagli pesanti e tanto meno i disabili. Cosa che trovo assurda per una stazione importante del 2024.
Incredibile! Si chiede ovunque l’abbattimento delle barriere architettoniche, anche al negozietto di ceci sotto casa, e invece, in questi tempi moderni che vedono il mondo sempre più globalizzato, dove il pendolarismo per studio o per lavoro, il turismo e i viaggi la fanno da padrone, le Ferrovie dello Stato si permettono di lasciare in un simile degrado e negligenza una stazione ferroviaria di tale importanza.
Inoltre le macchinette obliteratrici, dove è obbligatorio vidimare il proprio biglietto, si trovano solo sul piazzale del primo binario, all’ingresso della stazione. Altra cosa incredibile. Quindi un passeggero, che scende con i pesanti bagagli in un binario e deve prendere la coincidenza, dovrà farsi le scale per scendere dal binario di arrivo, salire al primo binario per obliterare, riscendere le scale e risalirle per il binario dove arriverà il suo treno successivo. Il disagio è comprensibile: basterebbe piazzare una macchinetta obliteratrice sul piazzale di tutti i binari. Possibile che non ci arrivino a pensarlo!
Altro disagio riguarda, poi, l’assenza su ciascun binario di monitor che aggiornino sui treni, sui binari di percorrenza, sugli orari o ritardi. L’unico monitor esistente si trova, anche questo, solo al primo binario, non visibile per gli altri passeggeri.
Per qualsiasi cosa, dunque, scale, scale e ancora scale, con i bagagli pesanti addosso.
Il treno di cui aspettavo la coincidenza viaggiava con ritardo e per giunta è pure arrivato all’ultimo momento su un diverso binario. Qualcosa veniva annunciato da un altoparlante, anche questo piazzato esclusivamente al primo binario. Inutile a dirsi che col vento forte e il rumore dei motori di altri treni in sosta, al quinto binario dove stavo io con altri passeggeri non si sentiva proprio nulla.
Quanto elencato mi sembra abbastanza per far vergognare chi gestisce questi importanti servizi. E meno male che parlo l’italiano e vivo in queste zone. Un turista straniero si troverebbe ancor più abbandonato a se stesso. Spero in una petizione dei cittadini e nell’intervento delle autorità della regione, della città metropolitana di Cagliari e del comune di Decimomannu affinché diano una bella sveglia a chi gestisce le Ferrovie dello Stato qui in Sardegna. Ci stanno trattando come cittadini di serie B, dandoci servizi pietosi. Ma quale Sardegna moderna, se non partiamo dai servizi più essenziali nei trasporti! Sembriamo fermi all’età della pietra. Il passeggero è trattato con disumanità: servizi schiaffati lì, senza una cura, senza una visione, senza una sensibilità».
Una passeggera*
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