"La seconda dose del vaccino a mia madre, e quella gioia che non riesco a provare"
"A mia madre 98enne, chiusa in casa, la seconda dose del vaccino. Ma a mio figlio 39enne due volte malato oncologico e costretto ogni giorno al lavoro fuori casa del vaccino neanche l'ombra"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"Cara Unione,
questa mattina ho accompagnato mia madre a sottoporsi alla seconda dose di vaccino anti Covid-19. Dovrei essere felice, direte voi, ma purtroppo non è così.
Mia madre ha 98 anni, vive chiusa in casa, di lei si occupa una persona che risiede lì notte e giorno e riserva massima accortezza in qualsiasi contatto esterno, fra l'altro ridotto all'essenziale. Le possibilità che mia madre si ammali di Covid, dunque, al momento sono davvero molto remote.
Io sono però anche padre di un ragazzo di 39 anni, che ha già avuto due tumori, un linfoma ormai vent'anni fa, da cui è guarito, e un cancro a un rene, anche da questo guarito, tre anni fa, ma che lo costringe a vivere con un rene solo. Bastasse questo, mio figlio svolge uno di quei lavori definiti 'indispensabili', motivo per cui non è in smartworking e, se vuole portarsi a casa ogni giorno la pagnotta, si trova esposto quotidianamente al rischio di contrarre la malattia. Per lui, però, al momento non è previsto alcun vaccino.
Vi sembra normale tutto ciò? A me no. E scusatemi se oggi, per il secondo vaccino a mia madre, io non riesco a sorridere.
Grazie".
Lettera firmata*
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