Pubblichiamo oggi la lettera di una mamma di Cagliari. Una storia di "esclusione", compiuta proprio all'interno di una scuola che invece dovrebbe "includere".

***

"Gentile redazione,

qualche giorno prima di Natale partecipo, non senza poca emozione, alla recita di Natale all'asilo di mio figlio Edoardo, di cinque anni.

Un'occasione che lui aspettava da molto tempo, e per cui si era ben preparato: a nemmeno un mese dalla data prevista per la recita gli era stato assegnato il ruolo di San Giuseppe, con una frasetta da declamare davanti a tutti, e che a casa aveva ripetuto con grande orgoglio sino allo sfinimento.

Poi, il destino lo trattiene dieci giorni a casa a causa di una malattia infettiva, e rientra a tre giorni dalla messa in scena dello spettacolo.

Preoccupato mi chiede se il suo ruolo verrà confermato, e io che casco dal pero per questi suoi dubbi lo rassicuro: sei preparato, hai studiato, ma certo che sarà così.

Poi, il giorno della recita, la triste scoperta: lo zelo di una maestra, preoccupata più della buona riuscita dello spettacolo che non del sorriso di un bimbo, lo relega al ruolo di "pecora". Con tanto di costume, collare, guinzaglio, e l'essere portato sul palco a quattro zampe a seguito degli altri compagni.

Lui va lo stesso in scena, non si sottrae, ma nello sguardo fisso sul pavimento, senza alcun sorriso, la sua mamma riconosce l'umiliazione per quanto sta accadendo. Per lui non è proprio Natale.

Alla recita ci sono nonni, genitori e zii fieri dei loro bimbi. E io continuo sconvolta e rattristata a fissare il mio cucciolo.

Si parla spesso di scuola dell'inclusione, ma noto con estremo dispiacere che nella realtà dei fatti non è così.

Caro bimbo mio, coraggio: tu non sei certo meno di quattro tuoi coetanei che hanno avuto il privilegio di non ammalarsi, e sicuramente non sei meno, ma forse molto di più, di quella maestra che una mattina si è alzata e per non mettere in discussione il suo spettacolo ha preferito infierire disastrosamente su un piccolo in formazione.

Ecco, si discute tanto in questi giorni della necessità di una laurea per tutti gli educatori delle scuole: io non so se questo servirà a far salire il livello della nostra scuola, ma quel che è certo e giusto è che questo tipo di insegnanti dovrebbero sparire dalla vita dei nostri figli. Mettiamoli negli uffici tra le carte, dato che ormai abbiamo fatto l'errore di assumerli. E forse, è già troppo così".

Buon anno a tutti.

Lettera firmata* - Cagliari

(Le generalità, a conoscenza della redazione, vengono omesse nel rispetto della privacy)

***

Potete inviare le vostre lettere e segnalazioni a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che denunciano disservizi o anomalie; non necessariamente condivide il contenuto riportato dai lettori che si assumono la responsabilità di quanto scrivono)
© Riproduzione riservata