Pubblichiamo oggi l'accorata lettera di una nostra lettrice, che spiega come funziona il mondo degli hobbisti, che "non sono abusivi", ma spesso si tratta di persone che hanno perso il lavoro e, per non cadere nella depressione, si dedicano a questa attività in sostituzione del precedente impiego.

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"Gentile redazione,

in merito a quanto affermato dal signor Stefano Mameli in un recente articolo sul mondo degli hobbisti, vorrei chiarire alcune cose.

Gli hobbisti non sono abusivi, sono infatti regolamentati dalla legge sul commercio e tutti sono iscritti al proprio Comune di residenza in base al D.L. n. 114/98 art. 4, comma 2, lettera h). Si chiama Segnalazione certificata di Inizio Attività.

La legge suddetta ci consente di vendere nei vari mercatini, organizzati da associazioni culturali, i Comuni stessi, Pro Loco, ecc.

Per partecipare gli hobbisti pagano il suolo pubblico o la quota richiesta dall'associazione o Pro Loco che organizza l'evento. Le quote variano da 0 euro a parecchie centinaia di euro per qualche giorno durante le festività natalizie, e purtroppo solo alcuni possono permettersi certi costi.

Gli hobbisti non sono evasori fiscali, possono vendere opere realizzate a mano e opere del proprio ingegno per un totale di euro 5.000 all'anno, sono tenuti a rilasciare ricevuta non fiscale e l'eccedenza dei 5.000 euro va presentata in sede di dichiarazione dei redditi, sull'eventuale eccedenza si pagano le tasse. Il limite dei 5.000 euro esentasse vale per tutti i redditi, anche quelli di lavoro dipendente o autonomo.

Gli hobbisti comprano i materiali per la realizzazione dei propri manufatti, su questi pagano tutte le tasse che paga un normale cittadino che acquista della merce, infatti non hanno la possibilità di scaricare le spese o l'Iva. Quasi tutti gli hobbisti sono in perdita, cioè spendono più di quello che guadagnano.

Chi sceglie di fare questo lavoro non lo fa perché vuole truffare lo Stato o perché vuole fare concorrenza sleale ai commercianti o agli artigiani. Gli hobbisti sono quasi tutti ex lavoratori, cioè persone che hanno lavorato anni e anni o in proprio o alle dipendenze e che, da un momento all'altro, si sono ritrovati senza impiego.

Non è raro che vi siano persone che non possono più eseguire i lavori che svolgevano prima a causa di malattie gravi e che si sono reinventati nell'unico modo possibile e lecito; per tutti svolgere il proprio hobby e fare mercatini è l'unica terapia contro la depressione, l'unico motivo per sentirsi ancora utili, l'unico motivo per uscire di casa.

È in corso in questo periodo a Cagliari una guerra senza senso contro gli hobbisti, non siamo noi il male del commercio, i problemi vanno ricercati altrove.

Mi dispiace che qualcuno dica cose non vere sugli hobbisti e chi li accusa di abusivismo non si sia informato prima di parlare.

Dovreste stare una giornata intera sotto un gazebo per capire cosa vuol dire essere hobbisti, prendere freddo, pioggia, vento, sole, e se la giornata va bene incassare il tanto per recuperare le spese, certi giorni invece non si incassa niente, ci sono solo spese per benzina, suolo, tempo perso.

Mi piacerebbe che il signor Mameli partecipasse a un nostro mercatino per capire bene di cosa si tratta".

Patrizia Busu - Cagliari

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