“La dura vita degli idonei nei concorsi pubblici”
Il lavoro pubblico è l’ambizione di tutti, “ma quanti, a parte chi studia e prova a sostenere i concorsi, sanno quanto sacrificio comporta questa scelta?”
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“Cara Unione,
Sveglie alle cinque del mattino, ore sopra i libri, ore tolte alla famiglia e al tempo libero, giornate che non conoscono sabato, domenica e festivi e poi dopo tanti tentativi sei finalmente idoneo.
Ti sembra dopo tanti sforzi di aver vinto la lotteria, guardi la tua famiglia con gli occhi lucidi di soddisfazione e il pensiero che il sacrificio sia stato ripagato.
Perché i concorsisti sono una categoria vasta, ci sono i giovani freschi di studio e con le idee chiare, ma ci sono anche i meno giovani, chi non ha un lavoro, chi è rimasto senza, chi ha un lavoro precario e chi ha un pessimo lavoro e vorrebbe cambiare… e poi c’è il Covid che nel lavoro non ci ha aiutato…
Il lavoro pubblico è l’ambizione di tutti, ma quanti, a parte chi studia e prova a sostenere i concorsi, sanno quanto sacrificio comporta questa scelta?
Quando inizi a studiare riempi la testa di nozioni, nei libri che parlano della pubblica amministrazione, leggi i principi a cui la stessa è rivolta: correttezza, meritocrazia, principio di affidamento, economicità, collaborazione e molti altri e ti convinci che stai puntando su ciò che sarà meglio per te.
Hai paura che la sola idoneità non sia sufficiente, ma poi senti le parole del ministro Brunetta che promuove lo scorrimento delle graduatorie e sei ottimista che questo sia lo spirito della pubblica amministrazione e aspetti propositivo il tuo turno.
Poi attendi, attendi e attendi e nulla… molte pubbliche amministrazioni tengono strette le graduatorie anche se non ne assumeranno altri, o magari ne assumeranno solo altri due a dispetto di graduatorie lunghissime.
Nessun rispetto del principio di economicità, nessun rispetto del principio di collaborazione, né di condivisione ma, soprattutto, noi concorrenti restiamo intrappolati nel limbo delle graduatorie conservate e semi dimenticate.
Noi che non siamo solo numeri in graduatoria, ma siamo famiglie che hanno necessità di lavorare e che in quel sacrificio hanno creduto tanto, ci ritroviamo a dedicare altri mesi e mesi allo studio per sostenere sempre le stesse prove, a volte con più fortuna a volte con meno, perché parliamoci chiaro, oltre allo studio, ce ne vuole davvero tanta.
Lo scorrimento delle graduatorie dovrebbe essere un diritto per noi candidati, oltre che un interesse per le pubbliche amministrazioni che potrebbero comunque tutelarsi cedendone inizialmente anche solo una parte, le opzioni sono diverse a volerle trovare.
Allora noi idonei, che potenzialmente dovremmo avere tutti gli stessi diritti e le stesse opportunità, abbiamo due possibilità: facciamo parte delle graduatorie di idonei fortunati perché appartenenti ad enti propositivi e collaborativi, che cedono e ci danno l’opportunità di lavorare, o per pura sfortuna abbiamo scelto gli enti che ci archiviano col nostro numeretto.
Finché non ci sarà spirito di collaborazione e condivisione all’interno della nostra pubblica amministrazione, questi enti sembreranno dei cani gelosi che non hanno fame, ma preferiscono avere il cibo inutilmente conservato sul piatto piuttosto che far mangiare qualcun altro.
Noi poveri numeri siamo quel cibo dimenticato…"
Lettera firmata*
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