“Cara Unione,

sono una studentessa iscritta all’Università Cattolica di Milano che, come tanti sardi, per realizzare il proprio sogno ha dovuto lasciare la propria terra d’origine pur mantenendo la residenza in Sardegna.

Scrivo per comunicare una mancanza, a livello regionale, nel considerare i sardi che, per lavoro o studio, vivono nel resto della Penisola. Essendo residente in Sardegna, sarebbe stato un mio diritto votare per le elezioni regionali ma tuttavia ho dovuto rinunciare per i costi legati al prezzo dei voli. Infatti, la continuità territoriale non consente di pagare meno di 150 euro, il che, per molti, risulta essere una spesa notevole, specie se costretti a fare andata e ritorno lo stesso giorno.

La situazione diventa ancora più rilevante nel momento in cui consideriamo trattamenti diversi attribuiti ai domiciliati all'estero. Secondo la Legge Regionale 12 marzo 1984, n. 9 modificata dall’art. 41 Legge regionale n. 8 del 08/03/1997 gli elettori Sardi domiciliati all’estero hanno diritto a un contributo per la partecipazione al voto, il che però, paradossalmente, non viene garantito ai domiciliati in Italia.

Chiedo, dunque, alla nascente giunta regionale e a nome di tutti i sardi domiciliati nella Penisola, che ciò venga garantito quanto prima per l’effettivo esercizio di un diritto civico”.

Carla Caterina Fullone

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