«Cara Unione,

vorrei raccontarti del mio "amore" per Gigi Riva, per il Cagliari e per la Sampdoria.

Lo so, può sembrare strano, ma è proprio così. Le tre cose hanno un profondo legame. Premesso che sono nata a Genova e vivo a Genova, nell'anno dello scudetto del Cagliari avevo 9 anni e, anche se bambina, amavo il calcio.

Avevo la mamma di fede genoana a il papà di fede sampdoriana e quindi, per non fare torto a nessuno dei due, decisi di tifare Cagliari, perché c’era Gigi Riva, perché mio papà nel 1950 aveva lavorato un anno in Sardegna e in più avevo uno zio di origine sarda (guarda caso, zio Luigi). Quindi tutto tornava.

La mia "fede" è proseguita per diversi anni fino al 22 aprile del 1973. Avevo un’amica, poco più grande di me, molto sampdoriana e quella domenica allo stadio Luigi Ferraris si giocava Sampdoria-Cagliari. Il mio mito giocava a Genova, un sogno. Il papà della mia amica ci portò allo stadio. Un’occasione unica, fantastica, potevo vederlo giocare dal "vivo" e non solo in televisione. Quella domenica il Cagliari vinse 1 a 0 e segnò proprio Gigi Riva.

Io chiaramente strafelice (la mia amica un po' meno). Però proprio in quella partita (era la prima volta che mettevo piede allo stadio) ho scoperto altri colori e me ne sono innamorata perdutamente. Ecco perché le tre cose sono legate insieme, ecco perché per me Gigi Riva e il Cagliari hanno avuto e avranno sempre una parte speciale nel mio cuore».

Cinzia Bisso

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