“Cara Unione,

sono un'emigrata sarda che, ormai da ventiquattro anni, vive lontano dalla propria amata terra. La mia famiglia risiede ancora a Cagliari e il desiderio di tornare a casa per visitare i miei genitori si fa sempre più pressante. Tuttavia, i costi dei viaggi, che includono biglietti aerei e pernottamenti in hotel o B&B, sono diventati proibitivi, soprattutto dopo la pandemia di COVID-19.

Mi trovo a scrivere queste righe con un tono di polemica e drammaticità, perché la situazione è ormai insostenibile. Ogni anno che passa, il sogno di poter riabbracciare i miei cari diventa sempre più un miraggio. Gli aumenti esorbitanti dei prezzi dei biglietti aerei, combinati con le tariffe esorbitanti degli alloggi, rendono impossibile per me pianificare un ritorno a casa regolare.

Non si tratta più solo di un desiderio personale, ma di una necessità emotiva e familiare. Ho il terrore di non poter essere presente in caso di emergenza, di non riuscire a raggiungere Cagliari qualora dovesse accadere qualcosa di grave ai miei genitori. Il pensiero di non poter dire addio a qualcuno di loro, qualora dovesse mancare, mi tormenta e mi lascia un senso di impotenza che non riesco a descrivere a parole.

È inaccettabile che un'emigrata come me debba vivere con questo costante peso sul cuore, privata della possibilità di riunirsi con la propria famiglia a causa di costi insostenibili. Chiedo che si faccia qualcosa per rendere i viaggi verso la nostra isola più accessibili, per permettere a chi, come me, ha dovuto lasciare la propria terra, di poter tornare senza dover affrontare spese che sono al di fuori della nostra portata.

È una questione di dignità, di diritti umani e di affetti familiari. Mi appello a chi di dovere affinché si possa trovare una soluzione a questo problema, affinché io e tanti altri emigrati possiamo tornare a casa senza dover sacrificare una parte significativa delle nostre risorse economiche.

Con amarezza e speranza,

Pieranna Pala

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