«Cara Unione,

i nostri occhi sono ancora pieni dei colori bruni di questa terra: infinite variazioni di marroni, caldi come i cuori di uomini e donne fieri, orgogliosamente attaccati ad un territorio aspro e poco conosciuto. La loro ospitalità è stata un toccasana per la nostra pregiudiziale diffidenza: ci hanno aperto le porte delle loro case e quelle dei loro cuori. È stato sorprendente scoprire che un paese che conta attualmente 583 residenti, con un saldo negativo di circa 15 abitanti ogni anno, sia la sede di un coro maschile in grado di organizzare un festival dal respiro nazionale.

Abbiamo vissuto le diverse sfaccettature della “cultura”: dalla visita al sito archeologico di Barumini, importante complesso nuragico, alla sperimentazione di tante prelibatezze gastronomiche; dall’esibizione canora al crepuscolo presso un menhir all’ascolto pieni di stupore dei “Tenores” di Orgosolo che con le loro voci gutturali simulano i versi del bue, della pecora e del vento, protagonisti della vita rurale della Barbagia. Abbiamo animato la S. Messa domenicale nella cattedrale di Ales, coinvolgendo poi i presenti in un breve concerto, molto gradito. Ci siamo esibiti nel salotto a cielo aperto di Ruinas al Festival “Boghis in armonia” davanti ad un pubblico attento che poco comprendeva i dialetti dell’arco alpino ma che ha percepito le emozioni trasmesse dalle nostre voci. E molto altro.

Quattro giornate intense che, ne siamo sicuri, diventeranno un ricordo indelebile: gli abbracci commossi che hanno salutato la nostra partenza parlano più di ogni parola.

Ringraziamo il coro Cima d’Oro che avendo già partecipato l’anno scorso al festival organizzato dal coro “Ghentiana”, ha girato a noi l’invito ricevuto anche per questa edizione e così ci ha permesso di intrecciare relazioni umane ricche di emozioni positive.

Alla prossima!»

Il coro Castel Penede

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