«I giovani, se vogliono essere ascoltati, devono andare a votare»
Molti ragazzi, scrive un lettore nella sua riflessione, «non sanno nulla di politica»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Cara Unione,
In questi giorni di campagna elettorale per le elezioni regionali tante sono le proposte per
dare un futuro alla nostra Isola ma agli incontri pubblici ed ai comizi politici incentrati su
questo tema, i grandi assenti in platea sono proprio i giovani.
È quasi paradossale. Il futuro della Sardegna non può non interessare ai suoi protagonisti.
C’è qualcosa sotto che ci deve portare ad una riflessione.
Tanti sono i giovani elettori che non sanno nulla di politica, che arrivano perfino a sapere che
ci saranno le elezioni solo perché la propria scuola, che è seggio elettorale, verrà
temporaneamente chiusa. La domanda che dobbiamo porci, dunque, è se la colpa sia
dei giovani, a cui non interessa il proprio futuro, o sia della politica che non li ascolta e non li
coinvolge maggiormente.
Bisogna guardare entrambe le facce della medaglia. Da una parte ci sono i ragazzi che di
politica non si interessano e quindi non vanno a votare, ma che sanno benissimo quali sono
le loro esigenze e le carenze del sistema scolastico e universitario. Bisognerebbe ricordarsi
la frase dell’avvocato Ralph Nader, che ha saggiamente detto: “Se non ti occupi di politica,
sarà la politica ad occuparsi di te”.
I giovani, se vogliono essere ascoltati, devono rendersi parte attiva ed andare a votare.
Dall’altra parte però c’è una classe politica che mette in luce il peggior populismo che c’è:
quello che si occupa realmente solo di chi va nei seggi a votare. È elettoralmente più
vantaggioso, per esempio, proporre pensioni più alte che investimenti nell’istruzione. La
politica deve coinvolgere maggiormente i giovani, non limitarsi a parlarne e basta.
Le parti dovrebbero venirsi incontro per il futuro della Sardegna, e questi giorni di campagna
elettorale sono l’occasione migliore».
Andrea Olla - Cagliari
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