Pubblichiamo un estratto della lettera ricevuta oggi da un lettore circa la difficile situazione della viabilità sulle strade di Cagliari e Quartu Sant’Elena.

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“Cara Unione,

sono il papà di Simone, il ragazzo morto in un terribile incidente la scorsa estate sulle strade di Quartu S. Elena.

Scrivo per mettere in evidenza alcune situazioni che perdurano da anni e che dovrebbero, invece, essere sistemate con urgenza come richiede, non solo il buon senso, ma anche il dovere di una buona manutenzione dei dispositivi di sicurezza.

Infatti, se un dispositivo di sicurezza perde le sue caratteristiche tecniche iniziali, per il quale è stato progettato e omologato, non avrà più nessuna funzione di protezione, anzi, potrà essere esso stesso elemento di ulteriore pericolo in caso di eventuale incidente.

Riporto l’esempio di 4 punti in viale Colombo in cui il guard-rail abbattuto o deformato non è più idoneo alla sicurezza stradale.

E poi: se le strade urbane sono fatte per il limite dei 50 km/h, cosa si aspetta a rimettere i controlli sui limiti di velocità e fare attraversamenti pedonali rialzati e distribuiti soprattutto nelle aree dove si concentrano i pedoni ed il traffico veicolare, mettere qualche telecamera fissa e fare qualche presidio di pattuglia in più … altrimenti che senso ha introdurre nuovi sistemi di mobilità sostenibile se l’insieme di non adeguatezza delle piste ciclabili e mancanza del rispetto delle velocità, dove addirittura sarebbe necessario che fossero di 30 km/h, non esistono (vedi situazione monopattini!)?

Intanto la Sardegna continua a pagare un altissimo tributo di morti sulle strade.

Grazie dell’attenzione”.

Marcello Perra – Cagliari

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