Cara Unione,

sono un ex insegnante andato in pensione a settembre del 2019. Chiedo spazio per denunciare la lentezza dell'INPS nel dare risposte alle istanze dei cittadini.

Nei fatti, a maggio del 2020 ho inoltrato una domanda di quantificazione del TFS maturato ai fini della cessione ordinaria e ho ottenuto risposta il 4 aprile 2021, attesa 317 giorni.

In seguito, considerato che, in base all'art.. 23, del Decreto Legge 28 gennaio 2019, n. 4, avrei potuto richiedere ad una banca l'anticipazione del TFS a tasso agevolato, mi sono recato allo sportello INPS per ottenere informazioni e mi è stato suggerito di annullare la quantificazione ricevuta e richiederne una nuova includendo la dicitura ai fini della cessione agevolata.

In data 15-06-2021 ho inoltrato tale richiesta e visto che i miei conteggi relativi al TFS ordinario fossero già pronti pensavo che l'istituto avrebbe integrato gli stessi aggiungendo la dicitura “ai fini dell'anticipazione agevolata” per poi rimandarmeli indietro in poco tempo o perlomeno entro i 90 giorni stabiliti dalla legge. Periodo entro il quale le pubbliche amministrazioni devono rispondere obbligatoriamente alle istanze presentate dei cittadini.

Considerati i nuovi ritardi da parte dell'ente ho inoltrate diversi solleciti tramite pec, chiamate al numero verde e appuntamenti in sede, dove, dopo esserci andato per manifestare il mio disappunto e chiedere chiarimenti, mi sentivo rispondere che la mia pratica era in lavorazione e nell'arco di una settimana al massimo avrei ottenuto risposta.

La risposta non è ancora arrivata e mi riesce difficile capire a quanti giorni corrisponda la settimana prospettata dall'INPS e mi viene da pensare che il calendario dato in dotazione agli impiegati dell'Istituto sia diverso da quello in uso dai contribuenti della Repubblica. Una supposizione avvalorata dal fatto che la risposta relativa all'attesa di una settimana mi è stata data per la prima volta a dicembre 2021 e l'ultima volta in data 20- 04-2022.

Di fronte a questo comportamento che lascia basiti vorrei che le mie rimostranze fossero prese in carico da qualcuno affinché presenti un'interrogazione parlamentare per chiedere, al Ministro competente e al Presidente Pasquale Tridico, quali criticità ostacolano e/o rallentano i lavori dell'Ente e quali sono i motivi per cui gli addetti non riescono a rispondere alle istanze dei

cittadini nei tempi previsti dai termini di legge.

Concludo parafrasando la nuova campagna pubblicitaria: “L'INPS è di tutti” e considerato che è anche mia pretendo che funzioni nel modo

dovuto”.

Gian Mario Baldino

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