“Cara Unione,

sono una 70enne residente a Selargius.

In data 10 maggio sono stata convocata presso l’hub vaccinale di Quartu e il medico che ha effettuato la anamnesi, viste le mie patologie autoimmuni, tra cui una poliendocrinopatia rara, episodi di edema della glottide e shock anafilattico causati da farmaci e anestetici, insufficienza renale, eccetera, mi ha detto che avrei dovuto ricevere il vaccino anti covid presso una struttura ospedaliera, rimandandomi a casa.

Da allora non ho più saputo niente: nessuno mi ha contattato, non so in quale ospedale dovrò essere vaccinata e non trovo nessun recapito telefonico a cui rivolgermi per avere notizie.

Sono costretta da oltre un anno a vivere segregata in casa, senza poter avvicinare nessuno per la paura di contrarre la malattia. E mentre il piano vaccinale continua a coinvolgere, giustamente, persone più giovani, senza i problemi che ho io, si assiste a proclami che entusiasticamente dicono che le persone vaccinate sono il 25% della popolazione, che devono essere stanati gli ultrasessantenni che non si sono prenotati per la vaccinazione, mentre di chi è ad alto rischio nessuno parla più.

Ovviamente né il mio medico di base, né nella struttura ospedaliera in cui sono in cura mi sanno dare informazioni in merito.

Grazie dell’attenzione, sarei davvero grata a chi potesse aiutarmi”.

M.S.T.

***

Potete inviare le vostre lettere, segnalazioni e contenuti multimediali a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che esprimono opinioni, denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)

© Riproduzione riservata