“Cara Unione,

La chiusura di Alitalia ha riportato all’attenzione mediatica un problema mai dimenticato e mai risolto per i sardi, che vivono in una contraddizione insanabile tra un modello monopolistico che dovrebbe tutelarli e finisce per svantaggiarli.

Scendiamo nel concreto. Viaggio su Roma da Alghero tutte le settimane, da anni, e non ho mai potuto usufruire del 25% di sconto che mensilmente Alitalia metteva ‘in palio’ su tutte le tratte italiane, perché le uniche escluse erano quelle in continuità da e per la Sardegna. Effettivamente un bel vantaggio!

Da Alghero non partono low-cost su Roma, per cui l’unica scelta è sempre stata solo Alitalia a 135 euro (+ 16 o 30 di treno da Fiumicino a Roma). E allora, di tanto in tanto, mi sono lanciata in rocamboleschi viaggi su Napoli, Bologna e Pisa, che con 9 euro di volo e 20 di treno mi hanno portato a destinazione e ritorno con 60 euro. Meno della metà, tutto compreso.

Qualche giorno fa Volotea si è aggiudicata la Continuità territoriale per 7 mesi, in attesa del nuovo bando, con un ribasso di quasi 16 milioni per la regione. Ma i prezzi per i sardi rimangono i medesimi, a fronte di tariffe decise 20 anni fa a livello regionale e inserite nel bando. E così (paradosso dei paradossi) se da Olbia si poteva volare per Milano-Bergamo con 9 euro, ora avremo l’agevolata tariffa di 70 euro. Ottimo!

Ma, si dirà, le low-cost non garantiscono il bagaglio in stiva, i tre voli (ma Alitalia è da quasi due anni che ne garantisce, su Alghero, solo 2, eccetto che nei luglio-metà settembre, senza nessuna penale rispetto al contratto firmato), la bevanda (che peraltro Alitalia non distribuisce, causa Covid, da 2 anni), il cambio gratuito, il trasporto animali, salme e tutto ciò che è previsto nella continuità. Verissimo. E tuttavia, quanti sardi imbarcano il bagaglio da 23 kg? Quanti trasportano l’animale in stiva? Pochissimi, e in rare occasioni. Sono più i turisti a usufruire di questa opzione, in una continuità che per i non-sardi finisce a giugno, con l’inizio della stagione turistica, quando le tariffe lievitano a prezzi insostenibili. E quanti sardi preferirebbero una tariffa concorrenziale, piuttosto che avere bevanda e snack che magari non consumano, e bagaglio e animale che quasi sempre non imbarcano?

Una possibilità sarebbe mantenere queste opzioni a scelta, con una tariffa più alta per le rare necessità che è sacrosanto tutelare, e le reali esigenze che è altrettanto sacrosanto prevedere. Io credo che tra 135 euro con tutte le opzioni, e 80 senza annessi e connessi, in molti non avrebbero dubbi (un bagaglio da 23 kg costava mediamente 25 euro a tratta, su Alitalia). O addirittura tre fasce, di cui una senza cambio biglietto, ancora più bassa, a rischio e pericolo dei sardi. 

L’optimum sarebbe l’adozione del modello spagnolo, con la scelta da parte del residente di quale compagnia e tratta scegliere (ampliando così l’offerta oltre Roma e Milano), e il rimborso della Regione del 50% del prezzo del biglietto direttamente alla compagnia. Il risparmio sarebbe notevole per viaggiatori e Regione, permettendo finalmente l’accesso a un libero mercato che di fatto è negato dall’attuale stato di cose, rimasto immutabile da 30 anni a questa parte, quando le low-cost non esistevano e un biglietto aereo aveva prezzi altissimi.

Quanto ancora la Sardegna vuole rimanere arroccata su posizioni fuori dal tempo, dalla logica del mercato e dalle reali esigenze dei sardi? Ci auguriamo che il nuovo bando biennale sia concertato con esperti che sviluppino un modello alternativo e innovativo”.

Rosanna Morace

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