“Cara Unione,

vorrei che il sindaco di Cagliari rispondesse a un semplice quesito che noi cittadini ci poniamo da tempo, e cioè, quale relazione logicamente accettabile possa intravvedersi tra la necessità di stimolo alle cosiddette ‘attività produttive’ intese come bar, gelaterie, pizzerie, paninoteche, ristoranti e la ‘necessità’ di legare tali attività al caos acustico (notturno e non) da esse prodotto e dai loro clienti in merito a diffusione di musiche a volumi inaccettabili, alle urla e al chiasso infernale indegno di qualunque concetto di civiltà e rispetto, al degrado urbano del Centro Storico e alla consequenziale rabbia e impotenza dei cittadini avviliti che lo abitano.

Tale é, nei fatti, questa ‘psicosi generalizzata’ che vede, nel disturbo programmato, nello stravolgimento delle più elementari regole di convivenza, nella illecita sfrenatezza dei comportamenti, una forma seria e preoccupante di anarchia sociale che nulla ha che fare con alcuna se pur miope politica di consenso.

Una riposta a tutto questo non lo chiedo soltanto io, ma tutti i cittadini senza voce e senza ascolto, gli anziani, i malati, i residenti che vedono svalutate di giorno in giorno le loro proprietà immobiliari in una città ridotta a suburra, e assieme a loro gli altri lavoratori, quelli che non beneficiano di una Movida fortemente redditizia da ‘pronto cassa’ ma che producono ‘in altro modo’ reddito e servizi, oltre che competenze utili persino a coloro che, nei fatti, li disprezzano con il loro agire.

Grazie dell’attenzione”.

Walter Farneti – Medico

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