«Cara Unione,

in riferimento alla lettera da voi pubblicata con il titolo “Dorgali-Cala Gonone, l’invasione selvaggia e senza regole dei camperisti”, non sono e non voglio essere il difensore di nessuno ma cerco di valutare obiettivamente la realtà.

Conosco molto bene la situazione di Cala Gonone che da turista ho visitato più volte. Non credo sia corretto menzionare una determinata categoria di turismo come il male del territorio: oltre ai camperisti ci sono innumerevoli automobili ed autobus che tutti i giorni si dirigono verso il porto per far salire sulle imbarcazioni i villeggianti.

Probabilmente se togliessimo queste imbarcazioni che praticano il trasporto in direzione di tutte le spiagge del golfo di Orosei i residenti avrebbero un territorio più tutelato, più pulito e sicuramente un mare meno inquinato dai carburanti delle barche. C'è una motivazione di fondo che ha generato l'esasperazione di questi cittadini, l'eccessivo sfruttamento economico del luogo. Quindi non bisogna scaricare la responsabilità sui turisti ma bisogna fare "mea culpa" sull'aver avallato le autorità a concedere licenze di sfruttamento, a scopo di lucro, del territorio.

Il turista, di qualsiasi categoria esso sia, è una risorsa positiva e negativa allo stesso tempo. L'ecosistema va tutelato dagli interessi economici e non dai turisti.

Un cordiale saluto».

Andrea Leonardi

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