“Cara Unione,

Vorrei segnalare che nei giorni scorsi presso lo spazio della Fiera di Cagliari sono ripresi i concerti di musica non meglio identificata se non dal fatto che produce una paurosa quantità di rumore e decibel in piena notte. Abito nel quartiere e quando sono in atto questi eventi è tassativamente vietato dormire, ma anche permanere a casa svegli, con le finestre chiuse (vetrocamera, s'intende), diventa un tormento, non si sente nemmeno la televisione accesa, coperta dal rumore degli altoparlanti.

Qualche giorno fa il ‘concerto’ è andato avanti fino all'una di notte, una spiacevole novità questa, infatti, da che io ricordi, in genere il termine di questa tempesta di rumori era programmata non oltre mezzanotte o giù di lì. Dover subire senza scampo ben quattro ore di musica percussiva e inintelligibile (almeno da lontano, non si percepisce nessun senso musicale), sparata a tutto volume, non si può che classificare come una vera e propria violenza acustica ai danni delle migliaia di cittadini che abitano nei dintorni. Per la produzione di rumori infinitamente più esigui nella notte, qualsiasi cittadino viene perseguito dalle forze dell'ordine, e le discoteche, per poter esercitare, devono essere sottoposte a controlli che verifichino la tenuta dell'isolamento acustico, che se non adeguato determina la chiusura del locale.

Vorrei sapere chi e perché, nell'amministrazione comunale, concede il permesso a questi ‘grandi artisti’ contemporanei di rovinare impunemente la vita delle persone che non intendono partecipare a eventi così scadenti e aggressivi, costringendoli loro malgrado a parteciparvi. Qual è l'obiettivo di queste deroghe alla convivenza civile? ‘Sfondare i timpani’ degli altri è democratico? Impedire alle persone di dormire è in linea con la tutela della Salute pubblica? Se questa è la politica per accattivarsi le simpatie dei ‘giovani’, siamo proprio a un livello pietoso di considerazione dei giovani e delle loro vere necessità culturali.

Da notare che gli ascoltatori erano veramente pochi, insomma, oltretutto, un chiasso infernale per quattro gatti, nemmeno la scusa di un ritorno economico o culturale per la cittadinanza”.

Lettera firmata*

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