"Cara Unione,

Oggi sono andata a votare nel seggio delle scuole elementari ‘Satta’ e, per l'ennesima volta, ho notato con disappunto che nell'elenco delle elettrici il mio nome e cognome sono seguiti dalla formula ‘in’ più il cognome di mio marito.
Usanza abrogata ormai da molto tempo, persiste nell'anagrafe del comune di Cagliari e a niente è servita la mia richiesta, anni fa, di eliminarla. Ho chiesto che la mia contestazione di voto fosse messa a verbale, cosa che è stata fatta ma il vicepresidente l'ha accompagnata dicendo che non serviva a nulla. È così?
Qual è il punto? Sempre il solito: l'identità di una donna subordinata al suo rapporto con l'uomo. Nel mio caso, sono sposata e quindi la mia identità è messa in relazione subordinata a quella dell'uomo che ho scelto come marito. Ovviamente il contrario non esiste, a nessuno dell'anagrafe verrebbe in mente di mettere il nome e il cognome di mio marito seguiti dalla dicitura ‘in’ e il mio cognome.
E ciò che è davvero fastidioso è dover stare ancora qui a rivendicare piena cittadinanza. La legge, ovviamente, non prevede niente di tutto ciò, perché l'ufficio anagrafe continua a distinguere elettrici sposate e non sposate, se lo stato civile non viene più registrato neppure nella carta d'identità? Come posso fare per eliminare questo orpello patriarcale dalla mia identità di elettrice?
Grazie”.

Lettera firmata*

(*le generalità, a conoscenza della redazione, vengono omesse nel rispetto della privacy e secondo la normativa vigente)

***

Potete inviare le vostre lettere, segnalazioni e contenuti multimediali a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che esprimono opinioni, denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)

© Riproduzione riservata