“Cara Unione,

Mi inserisco nel tema caldo relativo alle sorti della scuola di via Stoccolma, che come si sa vedrà spostare da lunedì 4 aprile i bambini della scuola primaria nell'istituto geometri di Selargius.

Per molti genitori il problema non è evidentemente il fatto di dover pagare una retta per il noleggio dell'autobus (o scuolabus? Ancora non si sa), bensì proprio il fatto di dover spostare la scuola a Selargius, decisione per molti piovuta dall'alto e non condivisa.

Perché il Comune non è stato in grado di trovare soluzioni più prossime alla scuola di provenienza? Per moltissime famiglie la scelta di far frequentare i propri figli in quella zona è dipesa da motivi logistici, per la vicinanza con la propria abitazione o con il proprio luogo di lavoro. Perché non si è optato per l'individuazione di edifici al centro città? A tutti è venuto in mente il Riva in piazza Garibaldi, che è una scuola elementare per metà vuota, e si sono rincorse le ragioni più disparate per giustificare il fatto che non si poteva contare su quell'edificio.

Si è deciso di spostare compatte le 20 classi in un altro Comune, ma non tutti hanno le stesse esigenze, infatti chi ha i figli nel tempo prolungato ha accettato di buon grado questa soluzione mentre gli altri avrebbero preferito la turnazione piuttosto che vedere spostati i propri figli, magari confidando nella solidarietà dei 'vicini di casa' della scuola media che invece hanno posto quasi all'unanimità il loro veto, pertanto si è potuto optare solo provvisoriamente alla turnazione.

Perché di bambini stiamo parlando, che a quanto ci è stato detto finora verranno affidati ad un unico responsabile per pullman, che dovrà vigilare sulle varie fasi. Questo non tranquillizza i genitori.

Inoltre, si rincorrono ancora ufficiose le informazioni sulla ditta che dovrà gestire il trasporto e la custodia dei piccoli, e si parla di orari improbabili per la consegna e il ritiro dei bambini, in quanto la gestione di questi delicati momenti prevede dei tempi che non rendono senz'altro efficiente questa soluzione.

Pertanto, come si può capire, il fatto di dover pagare una retta per il trasporto è solo un aspetto del problema, che suona piuttosto come una beffa date le rassicurazioni iniziali fornite da Comune e Scuola.

È pertanto auspicabile che vengano finalmente ascoltate le ragioni dei tanti genitori che stanno vivendo come una ‘non soluzione’ quella fornita finora, che va totalmente a loro discapito.

Grazie”.

Un genitore*

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