“Cara Unione,

ieri mattina ci stavamo dirigendo verso l'aeroporto di Elmas, lungo viale Marconi, in direzione di Cagliari. 

Mentre salivamo sul cavalcavia, ho scorto qualcosa sul bordo della strada, sulla destra. Era troppo grande per essere un gatto e troppo grosso per un serpente. Solo all'ultimo istante ho riconosciuto cosa fosse, mentre lo sorpassavamo sulla sinistra: una madre anatra seguita da una fila di circa dieci anatroccoli. Si muovevano rapidamente. Ho gettato uno sguardo allo specchietto laterale e ho visto che un’altra auto, con alla guida un anziano, li ha colpiti in pieno. Ho pianto allora, e ancora piango.

In aeroporto, nella sala d'attesa, c'era una signora seduta accanto a me. Mi ha offerto un fazzoletto. Forse pensava che fossi triste per la mia partenza...

Abbiamo costruito strade sopra gli stagni, attraverso i boschi, cementificando tutto senza lasciare loro un passaggio. Le anatre, i ricci, le tartarughe... muoiono in centinaia ogni anno sulle nostre strade. È una strage silenziosa, senza articoli sui giornali o commenti di condoglianze.

Ma sarà solo quando la nostra specie sparirà che la natura potrà sopravvivere. Da sola”.

Anna K

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