M a sì, aggiungiamo tre gocce d’inchiostro alla saga infinita di Giuseppe Conte Vien dalla Montagna, moralizzatore moralizzato, punzecchiato a destra ma pure a manca per essersi concesso una vacanza cortinese da industrialotto dopo aver urlato contro l’abolizione dei sussidi ai disoccupati.

In effetti difendere “la povera gente” e poi godersi la neve extralusso fa un bizzarro effetto da Pauperon de Pauperoni. Ma prima che politico è un problema culturale. Amare le Alpi non è necessariamente di destra (Togliatti d’estate scarpinava in Val d’Aosta) ma se ti concedi come premio l’opulenza ostentata, il lusso per il lusso, allora hai un guaio. Ovvero: non puoi contestare o anche solo fronteggiare il capitalismo se i suoi feticci ti eccitano.

Qualunque forma di assistenzialismo ti inventi per prendere voti, sei di sinistra solo per sentito dire. E quel che si sente dire della sinistra, in questi tempi francamente di destra, è che sia (che fosse) un club di fighetti gaudenti. Alla faccia delle sue ragioni esistenziali, delle tragedie che ha affrontato e di quelle che ha incarnato.

Ma guardami, deve aver sorriso costui sciolinando col fois-gras, anche io nel pantheon del movimento operaio. Accanto a Nilde Yacht e Giancarlo Paillette.

© Riproduzione riservata