C ’è modo e modo per celebrare. Bisogna dire che quello scelto – si fa per dire – dai colossali grandi magazzini Macy’s, un gioiello economico statunitense o così si credeva, non è che faccia tanto festa. Nata nel 1924, ora per il centenario la gigantesca catena aveva preparato tutto per benino: i dirigenti organizzavano gli appuntamenti celebrativi, ma poi è successo che l’azienda è dovuta ricorrere al licenziamento. Di quante persone? Una: un contabile.

Già, perché quel “microbo” di un organico sterminato, che fa (anzi, faceva) i conti un po’ come gli pareva, ha creato un problemuccio nel bilancio: ha nascosto, volontariamente, uscite per un totale di 154 milioni di dollari. Tutte nelle spese di consegna di piccoli pacchi, il settore di cui era responsabile. E mica li ha rubati, no: semplicemente li ha nascosti, forse per affermare che il suo settore era un esempio per tutti. E pure lui.

Apriti cielo. Infatti si è aperto: la trimestrale degli store Macy’s è da rifare e arriverà in ritardo, il che non ingenera grandi entusiasmi quando un’azienda è quotata a Wall Street. I dirigenti l’hanno annunciato con quella faccia un po’ così che hanno loro, che hanno visto un bilancio vero. E uno falso: il loro.

Non è dunque vero che uno vale uno, se è quel contabile, quindi si cambi motto. È un compleanno, quindi cento (altri) di questi giorni. Ma a pensarci no, meglio di no.

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