Verso il tramonto
Caffè Scorretto
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O ra che è finito il Festival delle canzonette, ora che l’Italia ha cambiato patrono passando dall’umile San Francesco al canoro San Remo; ora che sul circo Barnum si sono spenti i riflettori, possiamo distrarci sbirciando qua e là sulle fughe in avanti e le marce indietro della politica internazionale mai tanto intrecciata alle nazionali. Lo facciamo senza seguire una logica perché poca logica c’è nei fatti che si stanno susseguendo. Almeno apparentemente. Il momento storico che viviamo può segnare uno stravolgimento nei rapporti tra gli Stati, che direttamente o indirettamente sono tutti coinvolti. L’Europa è entrata in confusione. Senza veri leader, senza un deciso orientamento, è diventata la caricatura di sé stessa. Governata da forze politiche progressiste stava con il progressista Biden. Ora però non sta con il conservatore Trump. C’è da domandarsi se stia con l’America o con il presidente americano di turno. L’Europa è sempre più una fabbrica di parole e di utopie. I suoi soci sono litigiosi. Quelli che, come Macron, credono d’essere i più forti, sfidano contemporaneamente Trump e Putin. Infliggono così colpi violenti a quel po’ di Occidente che si trascina verso il tramonto. Quando non ci sarà più l’Occidente non ci sarà più l’Europa. Tra una bugia e una verità lo ha detto Trump. Che in assoluto non ha tutti i torti pur non avendo alcuna ragione.