S e durante una messa un giovinastro urlasse in cattedrale “Porca lurida, qui brucia tutto!”, il vescovo gli lancerebbe un anatema per il suo linguaggio o si occuperebbe dell’incendio? Noi - intesi come Repubblica e opinione pubblica - ci stiamo occupando dell’anatema. I ragazzi sono quelli di Ultima Generazione, l’incendio è il riscaldamento globale, il loro urlo sono azioni nonviolente come il lancio di minestrone sul vetro blindato di quadri famosi.

Già così la faccenda è interessante: perché il governo si indigna tanto da studiare un castigo ad hoc per queste performance, se sono innocue? Dipende dalla loro violenza simbolica, dai nostri sensi di colpa sull’inquinamento, dal nostro approccio bigotto all’arte, dal Dna legge&ordine di questa destra?

Ma diventa tutto più stimolante quando i ragazzi gettano vernice (lavabile) sul Dito di Cattelan in Piazza Affari, sberleffo marmoreo ai sacerdoti del profitto. Lo sfregio a quel monumento lo svela per quel che è: un monumento, appunto. Quando un potere si lascia provocare, in realtà si fa celebrare come tollerante e buono, e quell’arte diventa pop washing: non sfida la finanza più di quanto il giullare sfidi il re. Tanto che i contestatori quel marmo lo intuiscono come un bersaglio, e il ministro dell’Interno, arrabbiatissimo, promette reazioni. Sarà buffo vedergli decretare il reato di situazionismo.

© Riproduzione riservata