P er Mario Monti il posto fisso è di una monotonia pazzesca e tanto ha fatto il professore che gli italiani l’hanno mandato a casa in via definitiva. In “Quo vado” l’onorevole zio ripeteva a Checco Zalone che “il posto fisso è sacro”, talmente sacro che le banche concedono il mutuo solo alle persone monotone. Anche i cinesi da poco hanno scoperto il fisso ministeriale. Al “guoKao” (l’esame per sbarcare nel pubblico) hanno partecipato in 1,5 milioni per 25 mila posti: uno su 61 ce la farà. In questi tempi di fissa globale due giovani italiani, Andrea, abruzzese, e Chiara, calabrese, hanno lasciato un impiego a tempo indeterminato per piantare piante grasse dentro vasi economici, venderle e impiegare il ricavato per finanziare la piantumazione in Cile e dovunque in Italia e nel mondo. “Piantando”, il marchio del progetto, è nato da un seme di avocado portato dal Cile che messo in un vaso ha prodotto la piantina che, ceduta a un amico, è stata trasferita in Patagonia. Da lì è partito il progetto sempre più su vasta scala. Chiara e Andrea adesso fanno quello per cui erano nati davvero, senza bussare alle pubbliche casse; di questi tempi sono l’eccezione nell’eccezione, la scommessa sulla promessa. Per ripartire basta mettersi lo zaino in spalla, un piccolo seme in tasca e in testa Cesare Pavese: “è bello vivere perché vivere è cominciare”.

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