C ar* lettor*, spero che siate tutt* interessat* alla questione dell’asterisco. Intendo quel segno grafico che ci sta liberando dal grande equivoco che l’umanità si trascina dietro da quando iniziò a parlare e, maggiormente, da quando seimila anni fa incominciò a scrivere. Parlo dell’asterisco egualitario, il glifo della parificazione definitiva tra i sessi. Quando compare in sostituzione della desinenza ognuno può leggerlo come vuole, a seconda di come in quel momento si sente nel suo intimo. È solo questione di gender, è solo questione di feeling: con sé stess*. Ovviamente la lettura è soltanto mentale perché quel segno stellare non ha un fonema corrispondente, non possiamo vocalizzarlo. Il maschile definito sovraesteso oppure generico, neutrale o indifferenziato della nostra lingua è discriminante. Da Dante in poi ha umiliato il femminile inglobandolo con un atto di forza grammaticale. Sotto l’input del neopuritanesimo Usa la società occidentale sta diventando sessuofobica. Si sta imponendo la visione islamica del sesso e della sessualità. Stiamo applicando la biopolitica alla grammatica. Se rileggessimo con questo spirito i testi della religione e della letteratura dovremmo riempirli di stellette. A cominciare dalla Costituzione. Oltre che sessuofobici siamo diventat* tutt* matt*.

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