N oi non abbiamo un calendario nel cervello, una cronologia precisina tipo wikipedia: abbiamo un cestino per il passato recente e una cassa per quello remoto e ci buttiamo dentro le cose alla rinfusa. Poi questo pastrocchio lo chiamiamo memoria. Il pranzo di Sardara è stato prima o dopo le dimissioni di Zingaretti da leader del Pd? Johnny lo Zingaro è scappato prima di Mesina o dopo? Becciu si è dimesso prima che Maradona morisse o è successo più tardi?

È tutto un po’ confuso, in effetti, soprattutto se te lo chiedono su due piedi. E allora proviamo a darci un punto di riferimento costante: quando sono successe tutte queste cose Patrick Zaki era in cella da un pezzo.

Ci sono fidanzamenti nati e finiti durante la sua prigionia, giuramenti che nel frattempo sono sbiaditi, serie tv che hanno esaurito gli episodi, modi di dire nati e passati di moda mentre lui era in una cella schifosa che ha fatto a tempo a diventare per due volte gelida e poi torrida.

Ma non sarà per sempre così. Non resterà per chissà quanto un angolino dei nostri calendari a recitare “e nel frattempo Zaki è in cella”. Un giorno smetteremo di chiederci se il nostro autorevole e prestigioso governo gli darà un passaporto italiano, fra l’altro a costo zero perché ci resta inutilizzato quello di Regeni. Non andrà sempre così.

Prima o poi questo innocente morirà.

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