S ono giorni così convulsi, e i giornali sono stipati di così tante notizie, che ogni tanto viene fuori un cortocircuito surreale. Per esempio ieri sull’edizione online del Corriere c’era Letta che, nel giro di due righe, prima lanciava l’allarme sul riscaldamento globale e poi invitava Fratelli d’Italia a eliminare la fiamma dal simbolo. Tra l’altro poco dopo un titolone sul nuovo aumento del prezzo

del gas. Non è che Letta sia diventato un freddurista (anzi), ma l’effetto della forzata sintesi dei titoli era quello.

Però è raro che scatti questo effetto Blob, che strappa un sorriso facendo dialogare tra loro notizie e parole non collegate intenzionalmente.

In genere vedere accatastate nelle homepage le ultimissime sulla guerra e la Formula Uno, le minacce di Putin e le promesse elettorali e poi i colpetti di scena su come e perché è finita fra Totti e Ilary, tutto ciò non è divertente ma straniante, o irritante. Anche angosciante, certe volte.

Eppure stavolta possiamo dire che non è colpa dei giornalisti. Facciamo giornali che sembrano disordinati perché stiamo raccontando tempi disordinati. Non è che ci prendiamo gusto.

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