N on è facile volare se non hai le ali giuste, prima o poi ci lasci le penne; è successo ad Icaro che pretese troppo dalle sue ali di cera e tra meno di un mese succederà all’Alitalia che pensava bastasse lo stellone Tricolore e lo scialo continuo di soldi pubblici, cioè nostri, per nascondere le magagne. Di chi la colpa? Di nessuno, come sempre capita in questo nostro assurdo bel Paese? E no, il colpevole degli sprechi e dei mega compensi c’è e ha un nome: Satana. Non il diavoletto appiccicoso, simpatico e infantile di Roberto Benigni ma quello cattivo, invadente e invasivo che l’esorcista padre Gabriele Amorth vedeva dietro ogni catastrofe, Alitalia compresa. Si racconta che decine di americani l’11 settembre giurarono di aver visto il fumo delle Torri gemelle comporsi nel volto del diavolaccio ghignante. Con l’Alitalia le parole dell’illustre esorcista però non convincono. A Satana sarebbe bastato incendiare la flotta (il fuoco certo non gli mancava) per raggiungere lo scopo. Il rischio allora è che gli ex amministratori e qualche politico, chiamati a rispondere del fallimento e dei soldi dei contribuenti bruciati in nome dell’orgoglio italiano, scarichino la colpa su Satana. Se prevalesse questa tesi manager disonesti e bancarottieri fraudolenti sarebbero assolti con un unico obbligo: farsi esorcizzare.

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