J oe Biden è soddisfatto e si complimenta con sé stesso. La ritirata dall’Afghanistan, a suo dire, è stata un successo di strategia militare e politico. Il suo pianto in mondovisione è stato solo un momento di debolezza. I maligni l’hanno aggettivata “senile”. Alla gran parte degli statisti e dei commentatori europei quel ritorno frettoloso a casa è parso una fuga precipitosa, in disordine e senza organizzazione. Un ritiro che ha i connotati di una vittoria talebana e una disfatta dei crociati occidentali. La missione è fallita. Doveva sconfiggere il terrorismo abbattendone i santuari e portare in quel Paese la democrazia, di cui gli afghani hanno respirato solo un’illusoria ventata. Invece: il terrorismo si è rafforzato territorialmente e nei suoi tragici propositi, la sharia sarà di nuovo l’anima del governo teocratico, le donne scompariranno dalla società attiva e dalla vista degli uomini, soli detentori di autorità e potere. Deprechiamo questa condizione, ma non nascondiamo a noi stessi che, per inconscia imitazione, una cultura talebana e una religione laica si stanno affermando in Occidente. I loro precetti fondamentali sono tre: il politicamente corretto, la censura etica, la cancel culture, ossia l’estinzione della nostra storia e delle nostre tradizioni. È la sharia occidentale.

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