D all’ormai celebre (o famigerato?) caso del toast diviso a metà, a quello della signora insoddisfatta per i 10 centesimi in più fatti pagare per il cappuccino senza schiuma. È l’estate degli scontrini. Sui social è una profusione di scontrini anche da luoghi improbabili, forse inventati. Non mancano i fake che suscitano comunque commenti indignati. Photoshop ormai lo sanno usare tutti, c’è poco da fidarsi. Tempo fa vidi una foto fasulla di una bottiglia di Château Pétrus (leggendario vino di Bordeaux dal costo fantascientifico), spaccata perché tenuta per troppo tempo nel freezer. Tutte balle, così come scontrini dalle cifre improponibili. Il più spiritoso di tutto quello di un certo “Ristorante Catanzaro”, che riportava la bellezza di 235 presunti euro per due pizze e due birre. In realtà era un locale di Marrakech, Marocco, e la cifra era in valuta locale, il Diram, equivalente a 21 euro. Da memorizzare quello di un bar di Ulassai: 1.50 euro per una birra e 2.20 per una bibita. Prezzi stracciati alla faccia della Costa Smeralda. Comunque sia, scontrini, scontrini, scontrini. Una volta i tormentoni estivi erano quelli dei Righeira.

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