S e il naso di Cleopatra fosse stato più corto, tutta la faccia della terra sarebbe cambiata»: firmato Blaise Pascal. Forse non è fra i più alti dei suoi pensieri che, secondo Chateaubriand, hanno del divino e dell’umano; però è fra i più citati del suo vasto repertorio. Intendeva dire, quel filosofo e scienziato di multiforme ingegno, che fu proprio il naso molto pronunciato della regina d’Egitto a fare perdere la testa a Giulio Cesare e Marco Antonio. Con le conseguenze storiche che sappiamo. Sono molti i personaggi che hanno portato con disinvoltura un naso “importante”. Fra questi Leonard Bernstein, sommo direttore d’orchestra, sulla cui vita d’artista ha prodotto e interpretato un film il regista e attore Bradley Cooper. Che, per rendere il suo viso quanto più simile a quello del grande musicista, è ricorso a una protesi nasale. Viste le prime immagini del film, sono insorti i politicamente corretti, che ormai allignano ovunque. L’accusa è delirante: Cooper è un razzista perché, essendo Bernstein ebreo, ha evidenziato un tratto identitario semitico. La comunità ebraica li ha derisi, i figli del Maestro li hanno ridicolizzati; la fatwa non ha prodotto effetti. Dal naso di Cleopatra a quello di Bernstein, dall’ironia geniale di Pascal all’idiozia molesta degli “stupidamente corretti”: dalle stelle alle stalle.

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