L o si dava per disperso nel naufragio del 25 settembre scorso. I marosi elettorali lo avevano travolto insieme con il suo capitan Trinchetto Giuseppi che, ammutinatosi, aveva preso il comando della nave Cinquestelle portandola alla deriva. Beppe Grillo, scampato all’affondamento, si era imposto invece un rigido 41 bis. Scopertosi incinto volle proteggere la sua gravidanza da commenti maligni. Gravidanza isterica di idee miserevoli, come si addice a un saltimbanco di piccolo calibro. I meglio informati parlano di partenogenesi: una riproduzione virginale, senza partner e senza copula. Insomma, avrebbe fatto tutto da solo. Da sé, con sé e per sé. Terminata la naturale gestazione di nove mesi, rinunciando al suo ben noto riserbo, è andato a partorire in piazza. Spettacolo osceno. Approfittando del raduno dei grilli superstiti, ha presentato urbi et orbi la sua neonata creatura, che ha battezzato “Brigatista di cittadinanza”. Poi, il solito sproloquio e l’istigazione ai suoi coleotteri a compiere azioni violente: «Mettetevi il passamontagna e di notte, senza farvi vedere, fate i lavoretti». Parole di un povero diavolo scornato. Fanno più ridere che paura. La frase più minacciosa della sua lungagnata è però un’altra: «Sto vivendo la mia terza vita e mi reincarnerò nella quarta». Un «vaffa» serpeggiò nella piazza.

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