F orse non lo sapevate: «il sessismo aggrava la crisi climatica». Non lo sostiene una gretina qualunque, alunna di madonnina Thunberg; lo afferma l’estrosa signora tedesca Friederike Otto, docente di climatologia all’Imperial College di Londra. Prima d’ora, per nostra colpa, non la conoscevamo. I risultati delle sue ricerche comprovano che il clima sta cambiando. Niente di nuovo. A essercene accorti siamo in tanti, ognuno sulla propria pelle. Discutiamo, spesso accapigliandoci, sulle cause del fenomeno e sul presunto ruolo dell’uomo: come fanno gli scienziati della materia, divisi su due fronti e mille correnti di pensiero. Compresi alcuni premi Nobel, come Ivar Giaever, che con altri 1200 colleghi ha firmato un documento in cui si definisce «il riscaldamento globale una nuova religione» mettendo sotto accusa i «sacerdoti del clima, mercanti di terrore». Anche Friederike Otto ha mischiato scienza, ideologia e follia woke. Sostiene, senza darcene prova, che alla base del riscaldamento globale ci sarebbero razzismo, colonialismo e sessismo; e che «più le strutture di una società sono patriarcali peggiori sono le conseguenze»: il patriarcato, insomma, spiega tutto. Una soluzione comunque c’è: si chiama sexy green, sesso verde. Che cosa sia non si sa. Gli iniziati che lo praticano affermano che non nuoce alla natura perché è ecologico. E molto ecccitante.

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