Pizza e birra
Caffè Scorretto
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C i vorrebbe il professore Riccardo Pazzaglia, straordinaria invenzione di Renzo Arbore in “Quelli della Notte”, per indicare quanto sia scaduto il livello di discussione in Rai. In passato se ne sono viste delle belle ma mai di così bassa portata. Da settimane le forze politiche litigano sulla nomina del presidente Rai in Commissione Vigilanza vigilata dalla politica, così è tutto più chiaro. Se non bastasse la Commissione Bilancio dopo settimane di discussioni e rotture ha chiuso i lavori decidendo finalmente l’importo del canone tivù ma lasciando alla politica le scorie di una vicenda tra il surreale e il banale. Matteo Salvini chiedeva di confermare i 70 euro a parziale compensazione della cancellazione del canone promessa in campagna elettorale. L’ha spuntata Antonio Tajani: 90 euro. Roba da non credere, tutto il cancan per 20 euro: una pizza e una birra. Infatti non ci crede neppure il più ingenuo degli allocchi: la Rai non si misura con qualche euro al mese ma in potere che i vincitori di turno considerano bottino di guerra, cosa loro e non di chi paga il canone. La Rai non è pubblica, è tivù commerciale. I 90 euro che siano addebitati in bolletta o versati dal Tesoro per compensare il minor gettito, di riffa o di raffa, arrivano dai cittadini che stremati recuperano dall’archivio del “Movimento senza stelle” il piacere amaro del vaffa.