S e scrivere bene e chiaro non è facile, anche sapere leggere non è semplice. Non basta avere imparato a leggere per sapere leggere. È un compito che esige attenzione e concentrazione per seguire il filo logico delle frasi e dei periodi, che l’autore ha disposto in sequenza. La loro concatenazione fa parte del significato. Quando si entra in contatto con un testo bisogna accantonare i propri pregiudizi sul tema che esso tratta: sono fuorvianti e sfociano in conclusioni arbitrarie. È fondamentale l’onestà intellettuale di chi scrive e di chi legge. Una reciprocità necessaria per evitare percorsi divergenti, che portano all’incomprensione. Alle parole va attribuito il loro significato autentico, ossia quello enunciato nei vocabolari della lingua di riferimento. Per esempio: se scrivo quadro intendo un dipinto incorniciato e preservato da un vetro. Se il lettore, per perseguire un suo fine, recepisce quel vocabolo in modo riduttivo, ossia la sola tela senza cornice né protezione, nasce un equivoco che dà luogo a polemiche. L’imbrattamento di un dipinto può produrre danni irreversibili; quello di un quadro danni lievi, rimediabili con acqua e sapone. In ogni caso il gesto è riprovevole. Chi lo compie, qualunque significato egli voglia attribuirgli, è un piccolo vandalo della schiera degli eco-gretini.

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