S arà infantile, ma da quando Letta ha detto che vuole in lista solo gente con gli occhi di tigre viene da immaginarlo al Nazareno che fa i casting tipo Gianni Ippoliti ai tempi di Provini: faccia gli occhi di tigre… Un po’ di più, ora un po’ di meno… Tigre in gabbia? Del Bengala? Ok, le faremo sapere. Come? No, la siberiana non serve: non sono tempi. Vada, nel caso la contatta Marco Meloni.

In effetti questa cosa degli occhi di tigre ha creato un po’ di confusione – voleva evocare il grande coach Velasco, ha finito per dare l’impressione che si voglia costruire la casa comune per chi negli anni Ottanta guardava l’Uomo Tigre e chi Occhi di gatto – ma per il resto il lessico di questo inizio di campagna elettorale è abbastanza comprensibile. Per chi comunque dovesse avere delle difficoltà, ecco un breve glossario con traduzione in lingua corrente:

“Non mi ricandido” (non mi ricandidano)

“Resto a disposizione” (mi sa che a questo giro non mi ricandidano)

“Darò una mano” (magari mi candidano la prossima volta)

“Serve rispetto” (non mi candidano. Farabutti puzzinosi)

“Non guardo i sondaggi” (è finita)

“Gli italiani non sono scemi” (in realtà sì. Però sono anche permalosi e magari pensano che il mio interlocutore davvero gli stava dando degli scemi, anche se stava parlando del cuneo fiscale).

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