M ettiamo pure che il governo riesca a far crescere l’occupazione giovanile, come quantità di posti e qualità delle retribuzioni. E che faccia salire la quantità e la qualità degli asili e faccia anche tutte le altre cose che potrebbero far crescere la natalità, cioè renda complessivamente l’Italia un posto dove una coppia può avere serenamente voglia di mettere al mondo una creatura.

Attenzione, dove queste misure sono adottate da tempo, nei paesi come la Francia e la Svezia dove il welfare è un orgoglio nazionale, questi fattori comunque non invertono il calo delle nascite, casomai lo mitigano. Ma se anche il governo facesse presto e bene tutto quel che si può fare, e se tutto avesse da subito un effetto significativo, anche se si partisse domani (e siamo nei pasticci già oggi) avremmo un po’ più di forza lavoro in grado di pagarci pensioni e assistenza sanitaria fra 18 anni, se va bene. Anzi tra 25, visto che a reggere i conti sono sono soprattutto i posti di lavoro qualificati, che quindi presumono un corso di studi. L’alternativa c’è: trattare subito da italiano chi in Italia nasce e cresce, e aprirci con intelligenza a chi arriva per lavorare. Proviamo a dirla in modo chiaro: il razzismo non è solo una porcheria immorale. È un lusso che non ci possiamo permettere.

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