S ono per la cinofilia naturale. Quindi, rispetto ma non comprendo, i proprietari di cani che comprano scatolette di cibo al salmone, ostriche e champagne per il loro quattro zampe, che fanno dormire i cani sul divano o, peggio, sul letto, che acquistano cappottini in cashmere e collarini tempestati di diamanti, o che li lavano un giorno sì e uno no, salvo poi scoprire che, se possono, appena lavati e asciugati, i cani si rotolano per terra per riacquistare il loro odore naturale. I cani preferiscono dormire su un tappetto lurido ma impregnato del proprio odore piuttosto che su un materasso di piume d’oca fresco di bucato e se li metteste a scegliere tra un bel prato verde e un immondezzaio, preferirebbero quest’ultimo per la ricchezza di odori. Sono contrario a tutto ciò perché una gestione scorretta, cioè, il cane trattato come un bambino, viziato, coccolato, esaltato per un’intelligenza che non possiede (ne ha di più il maiale e molto molto di più l’asino), provoca spesso gravi incidenti. Talvolta anche fatali. Ho letto con dispiacere un articolo che descrive il cane del futuro come lo immagina l’Intelligenza Artificiale per l’influenza nefasta dell’uomo con i suoi pazzi incroci. Orecchie enormi, zampe glabre e caratteristiche fisiche più simili a una volpe che a un cane. A proposito, l’autore dell’articolo si chiama Giorgio Bracco.

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