C ome sarà il 2023? Mah! Non esiste politico, industriale, sindacalista o economista che, al netto dell’interesse di parte, azzardi una previsione. Si limitano tutti a rispolverare i temi del 2022 e precedenti: pace, lavoro, fisco, sanità. Con alcuni aggiornamenti dettati da Giorgia Meloni: merito, competenza e sobrietà anche nell’uso dei cellulari nelle aule, se possibile non solo scolastiche. Ignazio La Russa suggerisce 40 giorni di naia per allontanare la noia: presentatarm, rancio abbondante e bonus agli intrepidi. Ognuno fa la sua sparata, meno il Pd che al massimo spara a salve. Il Governo, severo e illuminato, si prepara a stangare i prodotti “stranieri”: prima quelli italiani, Europa permettendo. Ritorna il tempo delle cose semplici, autentiche, che valgono. D’ora in poi occhio e disciplina. L’Italia non si liquida, diceva Andreotti, ma è difficile tenere in piedi l’impresa. I ragazzi che in passato volevano a tutti i costi andarsene da casa, adesso non si spostano neppure se li cacciano; è una delle poche certezze di cui dispongono. Piano con i bilanci truccati, gli italiani i consuntivi li sanno fare e nessuno tenti di anticipare il futuro scrutando i fondi del caffè anche se scorretto, meglio berlo: aiuta il risveglio. Un consiglio: a mezzanotte evitiamo gli oroscopi. Come diceva Benedetto Croce, non si sa mai. Solo auguri, sinceri.

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