Mestieri diversi
Caffè Scorretto
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P er quanto risalga a martedì, che giornalisticamente equivale all’alto medioevo, il video della giudice per le indagini preliminari che rivendica le scarcerazioni dei fermati per la tragedia del Mottarone ci dice ancora qualcosa. Quel tono fra l’insicuro e il ferito, quel rammarico di chi si sente incomprensibilmente incompreso, quel rilasciare dichiarazioni di spalle mentre si allontana («Dovreste ringraziare. Eppure non sembrate felici...») trasmettono imbarazzo.
Ma al tempo stesso il suo messaggio, che ribadisce il garantismo del sistema e la distinzione dei ruoli fra le toghe, vale platino. Perché molti cittadini non sanno che funziona così, e molti altri lo sanno ma non riescono più a crederci (vedi referendum). «Il pm fa il suo lavoro bene. Io faccio il mio lavoro credo altrettanto onestamente»: sono lavori diversi, si può bocciare un arresto in scienza e coscienza e se il collega inquirente si dispiace pazienza.
Però certo che a volte i giudici come comunicatori non valgono granché, viene da dire mentre la gip semina le telecamere dopo aver confuso le domande dei cronisti con gli umori del popolo. Vero, e per alcuni solenni e narcisisti ce ne sono tanti che non sanno o non amano mettere in scena l’alta funzione e il potere che hanno. Chissà, forse anche di questo c’è da ringraziare.