T utto il mondo è paese, niente di nuovo sotto il sole, quello a strisce. Pierantonio “Antonio” Panzeri, europarlamentare, è stato arrestato con moglie, figlia e altra compagnia per aver favorito dietro lauti compensi gli interessi qatarioti. Soldi a sacchi, mattoni, vacanze da nababbi. Mai sentito prima di un europarlamentare accusato di corruzione, una vergogna. Ma perché stupirsi se anche a Bruxelles la marmellata piace e qualcuno ci finisce dentro con tutte e due le mani? La carica come l’abito non fa più il monaco: il camice bianco non significa innocenza e tanto meno candore, la toga non vuol dire giustizia e giacca e cravattino non fanno il galantuomo neppure se viaggia tra Roma e Bruxelles in prima classe, tra champagne e caviale a cucchiaiate. Una faccenda che ricorda quella del dottor Duilio Poggiolini, direttore generale del servizio farmaceutico, arrestato negli anni ’90 per una serie di tangenti. Riceveva tanti soldi che nascondeva nei puff del salotto. Il che poteva sottintendere un forte disprezzo per il denaro o molta considerazione per il suo nobile posteriore. Sempre meglio della combriccola di Bruxelles che ammucchiava il malloppo nei sacchi della spazzatura. Anche in Europa c’è chi è convinto che la frase “soldi pubblici” va intesa come denaro di tutti: sbagliato. Vanno di solito a finire nei puff o nei sacchi di qualcuno.

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