H ai voglia a dire che è presto, che parlarne adesso non è rispettoso per Mattarella. Le grandi manovre per individuare il prossimo presidente della Repubblica, da eleggere a febbraio, sono iniziate da un pezzo. E chi dice che non è vero, fa solo esercizio di ipocrisia, “virtù” peraltro molto diffusa in politica. Ecco, dunque, che fioccano i nomi, fatti il più delle volte per “bruciarli” prima ancora che le Camere in sessione riunita (rinforzate dai rappresentanti delle Regioni) inizino a votare. Fra i tanti nomi è emerso persino quello di Luigi “Giggino” Di Maio, ex astro nascente del Movimento Cinque Stelle, attuale ministro degli Esteri. «Io candidato al Quirinale?», ha commentato il diretto interessato. «Tanto è un periodo in cui si bruciano i nomi, bruciamone un altro...». Ad avanzare la candidatura è stato un tal Antonio Cassese, ex professore di Giggino al liceo di Pomigliano d’Arco. «Il professore è stato il primo a insegnarmi cos’è la politica», ha argomentato il ministro degli Esteri. Deve essere stato decisamente un grande maestro di politica, il professor Cassese, che non sa che per salire al Quirinale bisogna avere almeno 50 anni. Il 35enne Di Maio dovrà aspettare.

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