Mac(ché) Donald
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T he Donald l’avrà pensato, quando Joe Biden ha rinunciato alla candidatura per un mandato che si sarebbe concluso all’età di 85 anni, in favore di una ben più giovane Kamala Harris: «Adesso il vecchiaccio sono io: sono fritto». Così, sulla frittura ha basato la sua ultima trovata: s’è messo a servire le patatine fritte.
L’ha fatto in un fast food a Philadelphia. Sistemato alla friggitrice, ha porto i vassoietti ai clienti: «Mangiate, pago io». Quali clienti? In realtà gente del suo staff, visto che il fast food era chiuso, quindi più che le patatine ha servito una bufala.
In ogni caso, davanti a un «mangia, pago io», verrebbe da dire bonjuour finesse se già non sapessimo che razza di gaggio sia Trump. Già qualche decennio fa a Cagliari, contro le cene elettorali, scrivevano sui muri «non vendere il voto per un piatto di malloreddus». Per Donald, arriva la versione con le patatine per la clientela in auto, al drive through.
Che, poi, è il motto di Trump: “Passare attraverso” tutto, comprese le pessime figure, i gravissimi reati commessi e i pericoli per la vita delle persone quando ha mandato i seguaci a occupare il Campidoglio. Roba che, negli Usa, se lo fa qualcuno che non sia Trump lo sbattono in cella e buttano via la chiave. Ma lui è The Donald, quello che tutto può. E, magari, la prigione l’ha costruita lui.