L ’assassinio di Agatha. È il titolo del nuovo romanzo che Agatha Christie sta scrivendo nell’aldilà. E sarà l’ultimo. La regina del giallo, che costruiva le trame dei suoi libri con la logica di un genio matematico, questa volta imprigiona la sua fantasia e si adegua al castigato vivere, pensare, parlare e scrivere del politicamente corretto. I criminali che in questo romanzo tombale la uccidono appartengono alla setta dei “sensitivity reader”: un’anonima confraternita di loschi figuri chiamati “lettori sensibili”. Sono i chierici della nuova religione del Verbo Disincarnato: l’Eufemismo. Ne officiano i riti e praticano i sacrifici immolando sugli altari del dio Algoritmo parole ritenute peccaminose; un dio pagano implacabile che non pensa, non ragiona, non distingue e agisce come un automa alla ricerca dell’Eden perduto. I killer khomeinisti della “cancel culture” si aggirano tra le corsie e gli scaffali delle biblioteche, leggono bulimicamente, ma senza capire. Quando nei romanzi di Agatha Christie si sono imbattuti in parole e descrizioni che il Grande Fratello ha dannato, è scattato un riflesso condizionato e li hanno rimossi o riscritti. Un oltraggio insopportabile per Agatha, che anche nel suo libro postumo riserva il suo solito colpo di scena finale: dopo essere stata assassinata si uccide.

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