I l record ha il fascino della competizione infinita. É uno spartiacque tra un prima e un dopo, è motivo di discussione sul passato com’era e il presente com’è. In questi giorni se ne registra uno che ciascuno sente sulla propria pelle. É l’ennesimo salto in alto del caldo: un Tamberi che ogni anno supera il proprio limite. Per trovare temperature così elevate dobbiamo andare indietro di trent’anni, precisano i meteorologi. A memoria d’uomo anziano i precedenti non mancano. Fenomeni atmosferici analoghi accaddero anche in passato: picchi termici altrettanto elevati, nubifragi estivi, inondazioni. Il record di oggi quindi appare contraffatto. Gli ambientalisti di fede e di lotta sostengono che se il clima cambia la colpa è dell’uomo, che baratta il suo benessere con la vita del Pianeta. Dobbiamo invertire la tendenza, sostengono i custodi della Terra convinti della loro onnipotenza sia nel distruggere sia nel ricreare. Sospinti dalle parole apocalittiche della pulzella di Stoccolma Greta Thunberg, annunciano cataclismi. Nei giorni dell’afa e della calura la piccola Savonarola è riapparsa. «Il tempo per fermare la catastrofe sta finendo», ha ammonito. Il comandante generale dell’Arma dei carabinieri ha ordinato: dobbiamo ascoltare Greta. Il Gigante e la bambina, canterebbe Lucio Dalla.

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